ESISTE ANCORA IL GIORNALISMO?


Si può parlare di giornalismo? Difesa e condanna di una professione









Queste ultime settimane sono state ricche di incontri, partecipazione a workshop e forum, presentazione di libri e riviste, lanci di brand, sfilate di moda.
Eventi diversi che sfiorano diverse discipline, dalla letteratura alla sociologia, dallo studio della Rete Internet e delle tecnologie alla moda. Eppure in questi eventi è stato presente un filo conduttore comune, la “demonizzazione” dell’attuale giornalismo.
Blogger, studiosi di comunicazione, sociologi e, ahimè, giornalisti (almeno sulla carta, o sul cartellino) hanno sottolineato come oggi il giornalismo non risponda più a nessun tipo di domanda e come ormai il giornalismo non offra spunti di approfondimento al lettore.
Davanti a queste affermazioni mille quesiti si sono agitati nella mia mente. Il giornalismo non esiste più? Il web journalism ha finito la sua innovazione? E la carta stampata che ruolo ha? Giornalismo tradizionale e giornalismo web possono coesistere? O una forma annulla l’altra?
La società che viviamo è caratterizzata da un tempo scandito da continui cambiamenti, cambiamenti che coinvolgono ogni settore e ogni individuo. Crisi economica e caos politico hanno accumulato tensione e l’opinione pubblica è costantemente alla ricerca di nuove fonti da cui trarre informazione, quella giusta e neutrale informazioni che i quotidiani e i tg televisivi non sanno più raccontare. E allora ci si catapulta nel mondo del Web, ci si affida alla cronaca raccontata dagli occhi disincantati dei blogger e agli eventi internazionali presentati dai cronisti esteri. In questa ottica il giornalismo italiano pare non contare più nulla, non ci si fida più degli organi tradizionali della carta stampata che sembra manipolata dalla politica e dal potere.
Questa nuova realtà giornalistica necessita un ritorno al primordiale, il giornalismo moderno deve essere capace di farsi antico tra le righe di un’inchiesta e deve chiedere il supporto alle nuove tecnologie. Il futuro del giornalismo sta nell’interconnessione dei diversi medium per proporre all’opinione pubblica il reale spaccato della società.
Trovo inutile l’accusa che i blogger muovono ai giornalisti della carta stampata, che spesso vengono definiti statici e mediocri. Non è questo il ruolo del blogger, e penso che la disputa tra blogger e giornalisti debba giungere a termine. Il web non annulla il giornalismo tradizionale, sono due forme differenti di informarsi, la rete è interattiva, facilita le ricerche e ha uno spazio infinito e tutto questo è parallelo all’informazione che dovrebbero fornire le testate giornalistiche tradizionali, le quali per ritornare ad essere fonti autorevoli di informazione devono recuperare il proprio codice deontologico e proteggere la figura professionale del giornalista.
Io credo ancora nel giornalismo, e vorrei un giornalismo vero che sappia dialogare tra l’on line e l’off line. Sarà possibile? In Italia sarà possibile?

Commenti

  1. Credo che la differenza tra blogger e giornalisti esista.
    Il blogger racconta il pezzetto di realtà che vede e conosce, ma può anche raccontare i suoi sogni, le sue passioni.
    Il giornalista di massima dovrebbe avere una visione meno "intimista" e personale.
    Ciò che per entrambi (se il blogger ha velleità di informare) dovrebbe essere certo e chiaro è che il valore di base è la verità, magari scomoda e brutta, ma reale e non manipolata, nè vagamente deviata dalla lente deformante dei nostri giudizi. Di gionalismo così, e, comunque, di persone così obiettive, se ne trova poco in giro!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

SFIDE, DUBBI E CURIOSITA’. L’UNIVERSITA’ DEL SALENTO SI INTERROGA SULLE POTENZIALITA’ DI INTERNET TRA REINCANTO E DISINCANTO

Twitter Tips & Tricks: Le Startup di successo si raccontano al #TTT07